Suona il telefono. Lea sta bagnando il bonsai con meticolosa attenzione. E’ un olmo mai cresciuto, magnifico, le piccole foglie perfette, il tronco nodoso, germogli ovunque. Senza fretta raggiunge l’apparecchio. E’ il suo figliolo londinese, per un saluto. Affettuoso e sbrigativo insieme, proprio come lui. Lea ci è abituata ormai e sa cogliere nelle sfumature della voce, nei toni smorzati o alti, lo stato d’animo del ragazzo. Tutto a posto, tutto tranquillo. Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe trasformata in uno psicologo della voce, in un detective fonico, per necessità e per amore? Torna da Olmo: potesse, lo abbraccerebbe, per osmosi.

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