Generosa, è generosa. Non sempre Lea accontenta chi tende la mano in strada ma non si è mai sottratta alle richieste dei vari enti benefici che la contattano, sia pure con modesti versamenti periodici. Lo scorso anno però ha conosciuto un’associazione che si occupa di adozioni a distanza ed è stato un colpo di fulmine. Così ha pensato di riunire le sue elargizioni di beneficenza in un unico importo mensile destinato ad un bimbo dell’America Latina. Ha sei anni, un visetto paffuto e sorridente, riccioli scuri e occhi lucenti. Lo sosterrà negli studi e contribuirà a garantirgli una vita meno complicata dell’attuale. Ha un papà, una mamma e tre fratelli più grandi ma non troppo: glielo ha scritto il sacerdote che coordina le attività di sostegno a distanza. A Natale è anche arrivata una letterina di auguri in portoghese (e relativa traduzione), un disegno a colori e una fotografia.  Lea non ne aveva parlato a nessuno, nemmeno ai ragazzi; ha mostrato loro lettera e fotografia a cose fatte.  La busta è passata di mano in mano, più volte. Sorrisi e un velo di emozione compiaciuta l’hanno rassicurata immediatamente: sono sorpresi ma orgogliosi della sua iniziativa. Di certo, tra poco, un nuovo portaritratti campeggerà accanto agli altri, sul piccolo tavolo del salone.

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