Un’amica l’ha invitata a trascorrere un paio di giorni (forse tre) in montagna. Un pretesto per chiudere la stagione invernale ed inaugurare quella estiva. Premesso che Lea adora il mare – caldo, sole, ozio – e la montagna non è di sicuro la sua prima scelta – freddo, sole forse, passeggiate stancanti – è comunque tentata. Qualche giorno lontano dal solito, dai soliti, non è una cattiva idea. Il piccolo alloggio già lo conosce: è accogliente e profumato, invita alla lettura e al relax. Forse ci scappa pure un pomeriggio alle terme; come dire di no? Certo, occorre accantonare il quotidiano per un po’ ed … allontanarsi. Non ha mai avuto, prima, problemi a partire, viaggiare, muoversi, vicino o lontano che fosse. Questo cambio di stagione però, così maldestro e capriccioso, le ha tolto parecchia energia. Si ritrova colma di no e di se e di forse. Indecisa, che esserlo le appartiene poco davvero. Forse è un momento, forse passerà. Con metà mente compila la lista di quel che occorre per riempire la borsa da viaggio; con l’altra metà, stila un elenco di buoni motivi per rifiutare l’invito. Vince il fare, come sempre. Un paio di telefonate per organizzare l’organizzabile; figliolanza avvisata; impegni di lavoro rimandati. Che poi qualcosa si può sempre fare anche lontano da casa. Tablet docet.

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