E’ nata. La scorsa notte è nata la bimba di una coppia di giovani amici. Lea lo ha appena saputo e ne è compiaciuta e commossa. Una creatura che si affaccia al mondo porta sempre con sé sorrisi e pensieri positivi. Immagina l’emozione del neo papà, quel sentirsi disorientato e felice che ubriaca appena appena, come qualche calice di bollicine. E pensa alla soddisfazione della neo mamma, che ha appena terminato un compito meraviglioso e faticoso insieme e si appresta, una volta dimessa dalla clinica – confortevole zona neutra – ad affrontarne un altro. Crescere la creatura. Non sarà sola; la coppia è affiatata e collaudata e il progetto di un figlio era accarezzato da tempo. Nessuna sorpresa quindi, ma quell’ansia naturale di chi si trova di fronte ad un impegno importante. Atteso e desiderato ma in fondo, sconosciuto. Lea ripensa alla nascita dei suoi figli: sono passati molti anni ma i ricordi di quei momenti – così uguali e così diversi fra loro – non si affievoliscono col tempo. Ora è tardi per essere di nuovo mamma: l’anagrafe e la medicina dicono il contrario ma le circostanze (e le stelle) non sono a favore. Ed è presto per avere nipoti (o comunque conta di avere almeno un lustro di attesa). Sarà presente, accanto, un’amica disponibile per qualsiasi evenienza, che si tratti di consigli o di aiuti last minute, da sempre la sua riconosciuta e indiscussa specialità.