“Signore, io sono Irish, quello che non ha la bicicletta”. La canzone dei New Trolls che tanto ama, le ritorna in mente ogni volta che inforca la sua due ruote. Lea predilige altri mezzi di locomozione, ma qualche volta si sente in dovere di dedicare tempo e fatica alla sua bicicletta. Nera, corredata di cambio e cestino in metallo nero sottile, è una classica bici da città. Lea se l’era regalata qualche anno fa, convinta che l’utilizzo avrebbe giovato al suo tono muscolare e al suo umore. E in effetti così sarebbe stato se l’avesse usata con costanza. Purtroppo invece la pigrizia ha avuto il sopravvento (senza esagerati sensi di colpa, per fortuna). Ogni tanto però un giro lo fa volentieri. Percorre, pedalando tranquilla, i viali che delimitano il centro città. Si ferma all’edicola del parco, acquista un mensile patinato e glamour, si concede un muffin e un succo di frutta al piccolo chiosco color lavanda. Non si sente proprio a suo agio, in realtà, quasi che queste passeggiate senza una meta o uno scopo siano un lieve oltraggio al dovere e alla fretta. Chissà perché. Ad ogni uscita, che tutto sommato la soddisfa, si ripromette sempre di utilizzare la bicicletta più spesso, che può farle solo bene. Ma tra il dire e il fare, scorrono oceani.