Il lago, in questa stagione, può esprimere una malinconia infinita oppure, se il clima e il cielo collaborano, può trasformarsi in un’esplosione di luce e di colore. Lea ha vinto la pigrizia di un giovedì di fine novembre e si è regalata un’insolita, inattesa, giornata lacustre. L’invito alla gita è arrivato da un’amica che aveva voglia e bisogno di chiacchiere e compagnia. Vive un periodo complicato – più complicato del solito – di quelli durante i quali problemi si aggiungono a problemi e sa che in Lea può trovare accoglimento e ascolto. Imbacuccate il giusto per ripararsi da freddo e vento, hanno raggiunto il piccolo paese. La città alle spalle era coperta da un cielo grigio di nuvole basse; mezz’ora dopo invece il sipario si è alzato e una luminosità inattesa le ha accolte. Il lago era uno specchio pulito; le tinte, spettacolari. Da un negozietto all’altro, da una panchina a un muretto, da una vetrina a un bistrot, hanno girovagato senza meta respirando aria pulita e frizzante. Qualche foto per immortalare il momento, l’acquisto di piccoli oggetti artigianali e una cioccolata calda con panna hanno completato l’opera. Lea è allegra, l’amica è sollevata. Sulla via del ritorno programmano un’uscita a breve per aggiornamenti reciproci. Si salutano con un abbraccio e un sorriso. Grazie, lago.

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