Stamattina Lea ha affrontato con decisione il cassetto dei documenti: un rifugio sicuro per bollette pagate, garanzie legate ad acquisti tecnologici, biglietti da visita, ricette mediche e via di questo passo. Tutti in famiglia sanno che il cassetto è l’anticamera dell’archivio, un luogo protetto dove carte di vario genere sostano in attesa di essere riposte nel luogo più appropriato. Il riordino è periodico, una volta ogni due, tre mesi circa. Nel frattempo, qualsiasi cosa non trovi un’immediata sistemazione, lì si rintana. Per esempio, le capita fra le mani un quaderno di appunti cui dedicava tempo ed energia anni fa; poi ha smesso di scrivere, non sa neppure perché. Contiene riflessioni, brevissimi racconti, poesie, aforismi, testi di canzoni; raccoglie – incollati sulle pagine – biglietti di film che le sono particolarmente piaciuti o di spettacoli musicali o teatrali che l’hanno emozionata. E’ piacevole rileggere quelle righe, ritornare con la memoria a quei momenti. Piacevole e triste insieme. Una sensazione di tempo vissuto e abbandonato, scivolato via. Il rischio di sprofondare nella nostalgia è alto. Lea non vuole correrlo. Ripone il quaderno, chiude il cassetto. Finirà il riordino un’altra volta. Adesso è il momento di concedersi qualcosa di piacevole, un gelato morbido e dolce, crema e pesca, per esempio.

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