Prima d’ora non ha mai viaggiato sola, seriamente. Ha sempre cercato di coinvolgere figli o amiche. Certo, non si è fatta mancare soggiorni in località turistiche – soprattutto al mare – ma si trattava di vacanze stanziali, durante le quali faceva presto a sentirsi a suo agio anche senza compagnia e quindi, in qualche modo, a casa. A Lea però piacerebbe proprio affrontare, sola, un viaggio itinerante. Ci sono città europee, ma anche italiane, che non ha mai visitato se non attraverso gli articoli delle riviste o i siti web. E vuole anche misurare la sua capacità di adattamento, capire quanto ancora le riesce di essere vagabonda e felice. Complice un film dalla trama analoga, il desiderio si è fatto sentire più forte del solito. Già sa che dovrà scendere a compromessi con la sua pigrizia e il suo bisogno di comodità (che male c’è?). Potrebbe ad esempio fissare una base in una città – un piccolo albergo economico, dove lasciare bagagli e un po’ di sé – e da lì muoversi con tappe giornaliere ben organizzate. Oppure – follia delle follie – decidere giorno per giorno le mete da raggiungere. Una settimana sarebbe l’ideale. L’importante è non lasciar macerare troppo il proposito; l’importante è non farsi condizionare dai dettagli. L’importante è partire.