Da tempo non faceva notte fonda leggendo un libro. Forse era accaduto durante i periodi di vacanza, lontano da scadenze, impegni, orari. O forse nessun romanzo acquistato di recente l’aveva così coinvolta da non riuscire a smettere di leggere fino all’ultima, proprio all’ultima, pagina. Non un capolavoro della letteratura: pagine ben scritte per una trama avvincente e contemporanea; proprio le storie che Lea predilige perché le consentono di immedesimarsi senza difficoltà. Non ama la fantascienza e neppure i romanzi storici, così lontani dal mondo in cui vive. Ha bisogno di tuffarsi in realtà simili alla sua ma al tempo stesso profondamente differenti. Ha cominciato a leggere in metropolitana poco dopo l’acquisto; ha continuato in treno – grazie al cielo era riuscita a sedersi – poi non ha più smesso. Ha cenato col libro accanto, proprio come ha sempre impedito ai suoi figli di fare; ha proseguito in poltrona e poi a letto, già in pigiama.  La lampada accesa, una tazza di tè accanto, il telefono a portata di mano. L’orologio l’ha guardato soltanto dopo aver letto l’ultima riga. Incredulità, sconcerto, disappunto: erano passate le tre e insieme a loro anche il sonno se n’era andato. Per una volta, che sarà mai: recupererà. Inspiegabili ma reali la soddisfazione e l’appagamento. Un vero, fantastico, pieno di ossigeno.

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