Non si può dire che Lea sia astemia, nemmeno però che sia una vera bevitrice. In realtà pasteggia in prevalenza con acqua minerale naturale. Se capita, predilige il vino bianco ma non disdegna all’occorrenza un buon bicchiere di rosso. L’importante è che sia davvero di qualità. E che ci sia il momento, la circostanza giusta. Niente superalcolici invece; infatti, durante le uscite serali – post cena – non sa mai cosa ordinare. Liquori certo che no. Magari un amaro, non troppo amaro e con ghiaccio. Durante una – abbastanza recente – vacanza estiva, ha assaggiato qualche cocktail, stimolata da un’amica stupefatta della sua ignoranza in materia. Quelli che vanno per la maggiore non incontrano il suo gusto: ne ha salvato un paio, forse tre, che si concede però solo d’estate. Ché il cocktail, secondo Lea, fa estate e vacanza. Una debolezza però se la permette: adora il passito. Con un dolce, per un dopo pasto in compagnia di amici e chiacchiere o anche sola, a casa; quando si vuole regalare un momento speciale – occasioni rare, in verità – accompagna un dito di passito a una fetta di crostata ai frutti di bosco che, con le sue note acide, si sposa alla perfezione con il vino dolce, aromatico, gradevole. Tutto la conquista: il sapore, il colore, il profumo da cui si sente avvolta. Ecco, secondo Lea, il passito è un vino affettuoso.