Lea è perplessa: l’arrivo del kindle nella sua vita ha avuto un effetto dirompente. L’oggetto di per sé è utile e maneggevole, un vero gioiello di comodità. Lo utilizza soprattutto la sera, a letto; migliore del libro di carta da gestire, consente una più agevole lettura grazie all’illuminazione retrostante. Il guaio? L’acquisto smodato, continuo, ingordo, di nuovi testi. La spesa ridotta, la praticità di prenotazione e l’immediatezza dell’invio, hanno reso Lea una compratrice compulsiva. Prenota, scarica, comincia a leggere e se non immediatamente catturata dal romanzo, accantona e passa ad altro. Non le succedeva con i libri tradizionali; con quelli era più paziente e se anche non scattava subito il colpo di fulmine, perseverava nella lettura. Ora, invece, è attratta dai suggerimenti proposti dall’aggeggio e acquista senza approfondire. Non ha sottomano il tomo di carta a ricordarle l’investimento appena compiuto, ché un libro nuovo significa anche denaro speso e spazio occupato sullo scaffale. L’entità intangibile dell’e-book è una non presenza, una circostanza irrilevante, un nulla. Di questo passo dovrà prendere provvedimenti seri per arginare gli acquisti, che – guarda caso – mai come in questo periodo sono stati sbagliati. Deve riorganizzarsi: è necessario, è indispensabile.