Oggi Lea si è svegliata prima del solito; ogni gesto si è piacevolmente rallentato e anche la colazione – in genere veloce e frugale – è stata più ricca. Mentre si concedeva una seconda fetta di ciambella, il pensiero è tornato ad un argomento che di recente la assilla. Vive circondata da cose, un infinito numero di cose, una quantità spropositata di cose. Troppe. Occorre alleggerire, eliminare, ripulire. Già da tempo, per esempio, ha in mente di occuparsi della cantina per un’efficace e decisa azione di riordino. Riflette però che anche la sua casa è ingombra di oggetti superflui, inutilizzati e inutili. Vero è che ad ogni cambio di stagione si dedica alla risistemazione del guardaroba ma l’intervento si limita spesso ad un magistrale riassetto. Fatica ad eliminare; eppure ci sono capi che non indossa da anni e ai quali non è neppure affezionata in modo particolare. Risultato: l’armadio è ingombro e lei sempre vestita allo stesso modo. Da lì vuole partire, anche se sa che sarà complicato e faticoso. Forse si farà aiutare da un’amica per ottenere giudizi obiettivi perché non coinvolti. Poi passerà alle varie camere, cassetto dopo cassetto, scaffale dopo scaffale. Di certo si sentirà più leggera e meno oppressa. Perché Lea lo sa bene: le cose importanti non sono cose.

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