Lea frequenta un corso di scrittura creativa. Da qualche tempo rimuginava l’idea, attratta ma titubante. Poi, per caso, in quel gioco di coincidenze che tanto l’affascina e teme, ha saputo del laboratorio di scrittura organizzato da un centro culturale della sua città. Il costo d’iscrizione era abbordabile, l’impegno, sostenibile. Sepolte le remore e i dubbi, si è iscritta. Sono in otto. Si ritrovano ogni settimana, per un paio d’ore di teoria, letture, dibattiti, esercitazioni, ore che volano leggere, velocissime. Sono ormai un gruppo affiatato, variegato per età, vissuti ed esperienze ma legato dalla comune passione per la scrittura. I momenti che predilige sono quelli di condivisione: la lettura delle composizioni e a seguire il commento, le correzioni, le proposte. Non la spaventano le critiche perché lo spirito che le muove è sempre costruttivo e affettuoso, attento a non ferire o scoraggiare. Percepisce la stima reciproca, la sincerità, il gioco. Pian piano si è fatto strada fra loro un sentimento di simpatia e di amicizia: hanno organizzato cene, visite culturali, o anche solo serate di chiacchiere davanti a un dolce o a una tisana. Le parole sono il legame che li unisce, filo sottile e indistruttibile, col loro potere seduttivo, la loro forza. Non si può vivere senza le parole.

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