Lea scrive bene. Già al liceo aveva realizzato di possedere una buona capacità espressiva, anche se limitata alla produzione scolastica. Più tardi, la sua creatività aveva dato vita a brevi fiabe per i suoi bambini, a canzoncine da cantare in auto, a ninnenanne. Ha conservato ogni suo scritto su un quaderno a quadretti che sonnecchia in un ripiano dell’armadio. Poi è stata la professione di traduttrice che le ha consentito – imposto – di allenare e affinare le tecniche di scrittura. La lettura in pubblico, invece, è sempre stata un problema. Leggere a voce alta non è mai stato il suo forte. Non è timida, tutt’altro, ma la sua voce non è allenata, la sente insicura, fragile, la vorrebbe differente. Così quando ha saputo di un corso di lettura espressiva – breve ma intenso – si è messa in gioco e si è iscritta. E’ stato un regalo che si è concessa per puro divertimento perché, in concreto, non avrà forse mai l’occasione di esibirsi. E si è divertita davvero: gli esercizi per allenare la voce, la cura dei toni e del volume, l’importanza della dizione, i metodi per migliorare la postura e la respirazione, i vari stili legati al tipo di lettura e al pubblico cui è rivolta, tutto è stato appassionante. Quando ha ascoltato la sua nuova voce registrata, quasi non si è riconosciuta: profonda, sicura, migliore.

Share This
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: