La giovane donna che abita nell’alloggio accanto al suo ha una bimba di due anni e un cane bianco. La piccola ha una faccetta furba, occhi scuri e un caschetto di capelli mossi. A volte la sente ridere, spesso piangere. Il cane è buono e silenzioso. I loro movimenti arrivano attutiti ma tangibili: è la magia delle pareti di condominio che spesso creano divisioni solo apparenti. E’ una presenza che non disturba Lea, quasi una compagnia. E poi la vicina è proprio simpatica, sempre allegra e sorridente. Spesso si sono scambiate favori – uova, latte, una commissione – lunghe chiacchiere estive sui rispettivi balconi, qualche caffè. Questa sera, un’emergenza. Un impegno veloce ma improcrastinabile, la babysitter malata, il panico. Lea si offre senza esitare. La bimba già dorme, si tratta solo di darle un’occhiata e intervenire nel caso si svegli. Si accomoda con un libro in salotto, la tv spenta per non disturbare. Il cane sonnecchia sul suo cuscino. Qualche minuto di tranquillità e poi sente un rumore provenire dalla cameretta. Si avvicina cauta e osserva. Nessun risveglio improvviso: la bimba ha urtato, nel sonno, il coniglio di stoffa che le fa compagnia e che è rotolato a terra, oltre le sbarre del lettino. Lea lo raccoglie e con delicatezza lo rimette accanto alla piccola. Dorme tranquilla, i riccioli scomposti, i piccoli pugni chiusi. Chissà di che colore sono i suoi sogni…