Operazione regali.
Lea si ripromette sempre di esaurire gli acquisti prima di metà dicembre, quando i negozi non sono ancora troppo affollati e le commesse più pazienti e disponibili. E ogni anno, puntualmente, disattende i suoi buoni propositi.
Eppure si organizza per tempo: compila con cura liste minuziose, si arrovella alla ricerca del dono più adatto, cerca di far quadrare i costi col budget previsto.
L’obiettivo è evitare che il tutto si tramuti in angoscia e fastidio. Deve essere un momento piacevole, quasi divertente. Questa volta si muoverà per tempo, anche se già sa che l’acquisto dell’ultimo minuto sarà inevitabile. Purché sia uno, purché non sia complicato.
Essere originale non è facile, forse neppure necessario. Ci sono doni classici che non deludono mai chi li riceve: libri, dischi, abbonamenti a riviste, candele profumate. Non ama donare buoni acquisto – di sicuro meno rischiosi e più comodi – perché le sembrano aridi e frettolosi. Si sforza di trovare il titolo giusto, l’aroma più adatto, il dono atteso o desiderato, che sia piacevole come una coccola: una scatola di pastelli colorati per una collega che vorrebbe riprendere a disegnare, ma non osa; un massaggio rilassante all’amica che mai lo acquisterebbe per sé.
E al dono allega sempre un piccolo biglietto; scrive gli auguri e un pensiero, una frase carina.
Perché il dono sia speciale, come chi lo riceve, come chi lo offre.

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