Auguri, auguri, auguri! Quando i social e le chat non avevano ancora invaso il suo quotidiano, Lea inviava gli auguri a mezzo posta. A metà dicembre acquistava buste e biglietti e, armata di tanta pazienza e dell’agenda degli indirizzi, scriveva e spediva. Da anni ormai ha abbandonato quest’abitudine e come tanti, come tutti, ricorre ai mezzi virtuali. Per gli amici più cari, magari lontani, meglio una telefonata, ché un buon Natale a voce è tutta un’altra cosa. Fuori casa, ogni frase, ogni battuta scambiata con semplici conoscenti o sconosciuti destinati a rimanere tali, termina con gli auguri di rito. E’ inevitabile, funziona così. Una marea di auguri: tutti insieme a fare numero, saranno davvero di buon auspicio? Lo spera davvero, per sé e per gli altri. Fioccano poi gli aperitivi e le cene prenatalizie: con i colleghi, col gruppo della piscina, con i partecipanti ai vari corsi cui è iscritta. Occorre programmare per bene date e appuntamenti e sperare che non si accavallino per non rinunciare o scontentare chi organizza. E’ un periodo di vita sociale intensa. Lea non si sottrae, anche se spesso preferirebbe un pasto frugale e tranquillo, anche se solitario. In fondo sono momenti piacevoli e divertenti; occasioni per rivedersi, conversare, allacciare o ricucire rapporti. I giorni corrono veloci: tra poco meno di due settimane arriveranno i suoi ragazzi che non vede quasi da un mese e allora, solo allora, sarà davvero Natale.