Ci pensava da tempo ma non riusciva a decidersi. Un nuovo costo, un altro impegno che sarebbe andato ad aggiungersi alla sua agenda già fitta di appuntamenti.
Eppure quel corso di Mindfulness la attirava.
Ne aveva sentito parlare da un’amica psicologa, si era incuriosita, poi documentata. Aveva approfondito. Un percorso di apprendimento per ridurre lo stress, aumentare la consapevolezza mentale, una pratica per vivere bene nel presente. Ha esitato qualche settimana e poi si è iscritta. Volersi bene è fondamentale e ben venga qualsiasi strumento si riveli efficace.
Le lezioni si tengono una volta alla settimana, nel primo pomeriggio di martedì. Lea ha riorganizzato i suoi impegni e si è ritagliata un paio di ore libere senza rimorsi.
Ogni volta parcheggia l’auto abbastanza lontano per regalarsi anche una passeggiata lenta e un caffè prima di iniziare la lezione.
Ha scoperto casualmente un piccolo bar e la sua simpatica proprietaria. Il locale è in stile liberty, forse un po’ fuori moda ma ben tenuto. Ha tavolini di marmo tondi e sedie in paglia di Vienna, un bancone imponente e specchi ovunque. Si respira con piacere un’aria un po’ retrò.
Così l’incontro del martedì è diventato anche un appuntamento irrinunciabile con quella anziana signora minuta e cordiale che ormai la riconosce e prepara piattino e tazzina non appena la vede varcare la porta a vetri.
La accoglie sempre con un sorriso, quasi la stesse aspettando.
“Ben arrivata Lea. Il solito decaffeinato?”