Questi mesi sono stati complicati. Anche le settimane a venire lo saranno. La reclusione forzata a cui, suo malgrado, Lea si è abituata o forse arresa, le mille paure del durante e del dopo, le incognite, le perplessità, l’hanno provata.
E adesso si ritorna a una pseudo normalità, prudenti e attrezzati. Giusto, sacrosanto.
Ma le paure, i dubbi, restano e nessuno sa rispondere alle mille domande che si fa. O meglio, tutti sanno e tutti rispondono. Peccato che ognuno dica una cosa differente.
Anche oggi, soprattutto oggi, ognuno ha una sua verità. E questo la preoccupa non poco. Nella vita, a volte, servono certezze autorevoli e rassicuranti.
Beh, non è questo il momento.
Si deve rassegnare.
Per fortuna i ragazzi stanno bene. Li vede e li sente grazie alla tecnologia. Benedetta.
Sarà per sempre grata ai social che le hanno permesso di mantenere i contatti col mondo e di occupare il tempo libero dal lavoro. Per fortuna lo smart working non è stata una novità per Lea. Almeno quello.
Ma è stanca, di una stanchezza insolita e, all’apparenza, ingiustificata. Non le resta che accoglierla con benevolenza.
E accogliere con affetto anche quel mal di stomaco e di testa latenti ma non troppo, i doloretti alle articolazioni, gli strani malesseri mai accusati prima che le ricordano quanto stress l’organismo stia accumulando.
Sono segnali spiacevoli ma inequivocabili.
La tensione che accompagna queste giornate mina la salute psichica ma anche quella fisica.
Deve riuscire ad allentare i pensieri, il controllo eccessivo, le informazioni continue e non verificabili. Le fanno troppo male.
Ne ha parlato con le amiche del cuore. Si sono dette: “Troviamo un canale per la nostra emotività. Amiamo scrivere, scriviamo! Non importa cosa e per chi. Ci piace dipingere, adoriamo il giardinaggio, siamo dei bricoleur esperti o alle prime armi? Coltiviamo le nostre passioni. Facciamo!”
Lea si concede anche una passeggiata all’aria aperta, nel verde, ogni giorno, con una costanza che poco le apparteneva prima di oggi.  Non può sempre e soltanto leggere o catapultarsi in un film in tv. Non basta. 
E pian piano cercherà pure di riappropriarsi delle sue abitudini, almeno di quelle che le verranno concesse.
Senza fretta.
E che il cielo sia d’aiuto.


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