Tennis sul piccolo schermo. Non sono una giocatrice – il tennis è uno dei tanti sport che non ho mai praticato– ma con estremo piacere seguo le gare sul piccolo schermo. Gare lunghe, lente, senza colpi di scena che non siano le performance a volte inattese dei protagonisti. Eppure gare ricche di tensione, avvincenti e coinvolgenti. Forse un po’ simili alla vita di molti.
Lo stesso campo, segnato da confini ben definiti e non oltrepassabili. Terreno compatto, uniforme, qua e là un po’ consumato dall’uso. Pubblico immobile – quando c’è – ma presente e attento che giudica, applaude e all’occorrenza critica ma senza troppo scomporsi. E i giocatori, i tennisti, in gara perenne; i loro gesti atletici, la resistenza, la stanchezza da combattere.
Non si molla, non si può mollare in questo valzer lento sottofondo di tante giornate. Colpo dopo colpo, punto su punto, si perde terreno e si riguadagna, si capovolgono situazioni, si riacciuffa l’obiettivo con la tenacia, l’impegno, a volte con la fantasia, spesso con la bravura. Si suda, ci si stanca, a volte si cade pure, ma non ci si arrende mai.
A volte si vince, a volte si perde, senza drammi. Ci sarà un’altra gara, un’altra possibilità. Mi piace, il tennis.