In genere, ha un impegno. Quando riuscite a vedervi  e ti lamenti un po’ – poco e sottovoce – dice che non osa disturbarti sapendo che hai mille interessi, mille cose da fare. Che poi, invece, è lui che non c’è mai. E’ l’amico latitante; quello che devi scovare, stuzzicare, corteggiare. Annotare un promemoria mensile “ricordarsi di contattarlo”, perché altrimenti, vi perdereste di vista. Eppure il rapporto che vi lega è sincero e quando vi trovate state bene insieme. Il filo che vi annoda è saldo, ma di materiale elastico. Si può allungare a dismisura, se occorre. Ed è un elastico robusto e indistruttibile. Non si romperà. Può darsi si assottigli, quando si esagera nel tirarlo, ma poi torna come nuovo. Non ci si deve perdere d’animo con un amico così, perché all’occorrenza c’è ed è prezioso. Sai perfettamente che puoi rivolgerti a lui nel momento del bisogno e correrà. Gli manca solo l’abitudine sociale di mantenere i contatti. Oppure non rientri fra coloro coi quali condivide il quotidiano. Poco importa: se l’amicizia è sana, sincera, leale,  cosa ti costa prendere l’iniziativa ogni tanto? Lo fai tu, senza problemi. Spedisci un messaggio, fai uno squillo, mandi una e-mail. I piccioni viaggiatori del nostro oggi che hanno, legata alla zampina, qualche parola gentile da tradursi sempre in un “ciao, io ci sono”.

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