Uccelli di passo
“A volte sarebbe bello poter fotografare i propri pensieri. Fissarli nell’immobilità uno accanto all’altro. E poi rivederseli, rileggerli. Sfuggono continuamente, questi pensieri, così inafferrabili, così evanescenti. Fotografarli sarebbe un bel modo per tenerseli stretti.
Ma a che pro, farlo? Per verificare quanta incoerenza ci sia dentro la nostra testa? Per constatare quanto fumo ci annebbi quotidianamente? Per vergognarci, dopo, di qualcosa che vorremmo non avere mai pensato? Per rimpiangere, poi, quel proposito accennato e mai realizzato? No, per carità, non fotografiamoli, i pensieri. Sono e devono restare uccelli di passo, sciami che transitano, stormi in migrazione. Solo qualcuno si ferma, diventa concreto, si attua. E spesso non è neanche quello giusto.
Invece di fotografarli, i pensieri, bisognerebbe selezionarli, depurarli. Pacificarli. Se possibile, annullarli. Sì, perché non sempre il pensiero esprime la nostra autenticità. Spesso è il pensiero ad uccidere gli slanci veri. Spesso i pensieri assassinano i moti autentici che vengono dal profondo. Per carità, altro che fotografarli. Lasciamoli transitare, lasciamoli svanire. Facciamo silenzio, dentro. Allora, forse, emergerà qualcosa di migliore. Di vero.”
Da “Lo sguardo di Eva” di Piergiorgia Oderda – Tirrenia Stampatori