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Laura Morante è un’attrice che amo tantissimo: da sempre, cerco di vedere ogni suo film. Ecco parti della bella intervista pubblicata oggi dalla “Stampa”.

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“Tempo fa, quando le chiedevano qual era il suo segreto di bellezza, lei si divertiva a rispondere «tante lacrime, molto fumo, poco sonno», insomma l’esatto opposto di ciò che dettano le più elementari regole del benessere. Eppure oggi Laura Morante, (classe 1956) è più luminosa e spiritosa di prima. Ha abbandonato in parte le vecchie abitudini («per amore non piango più molto, non fumo, però dormo sempre malissimo»), ma soprattutto ha trovato il modo per vivere una seconda vita: «Sono stata ballerina, poi attrice, adesso c’è la regia, che mi interessa molto. Tentare strade nuove significa ridiventare adolescenti, non pratico sport estremi, però l’avventura mi piace». Dopo Ciliegine, Morante gira Assolo, intreccio di vicende tragicomiche intorno alla figura di «una donna che, tardivamente, deve imparare a vivere da single». Sul set, oltre se stessa, dovrà dirigere Lambert Wilson (che ha appena ricevuto, insieme a lei, il Nastro d’argento europeo del Sngci), tanti attori italiani, da Pannofino a Degli Esposti, da Finocchiaro a Crescentini, e poi, per la prima volta, sua figlia, Eugenia Costantini.

Lei, quando ha iniziato, com’era?

«Una forza della natura, focosa, ma dissimulavo bene… mi piaceva molto la letteratura, sono cresciuta in provincia, in mezzo ai libri, che erano il nostro mito, più degli attori mi affascinavano gli scrittori. Sono diventata attrice prima di averne veramente voglia».

Le donne al cinema sono quasi sempre descritte dagli uomini.

«Infatti, ma il loro vero animo e, soprattutto, le nevrosi al femminile sono state raccontate pochissimo. Forse perchè nessuno le avrebbe accettate. Le nevrosi di un Allen o di un Moretti sono considerate affascinanti, se appartenessero a una donna di sicuro non lo sarebbero».

Vuol dire che, sul piano della parità, c’è ancora tanta strada da fare?

«Sì, le donne devono ancora raggiungere la piena consapevolezza di sè, smettere di sentirsi oggetti e non soggetti, invecchiare senza preoccuparsi delle apparenze…».

La vecchiaia non le fa paura?

«Sarebbe terribile se il giorno in cui divento vecchia, tutto il mondo invecchiasse insieme a me. Finchè ho salute, vista, olfatto, finchè ci saranno ancora un tramonto, una pinacoteca, un pezzo di Mozart avrò sempre qualcosa da fare, e varrà la pena esserci».”

http://www.lastampa.it/2015/06/01/spettacoli/morante-le-nevrosi-ora-le-racconto-io-non-c-solo-moretti-37ukyhsGnqREGROM0kKb1J/pagina.html

 

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