Perplessa.  Lea è disorientata e perplessa.  Passeggia per le vie del centro di Milano – è giorno di consegna delle traduzioni dallo spagnolo commissionate da una piccola casa editrice – regalando occhiate alle vetrine ormai vestite di primavera. Nemmeno si avvicina troppo,  per non essere tentata all’acquisto. Si è appena chiusa la stagione dei saldi: quella delle new entry primaverili può, anzi deve, ancora attendere. Quindi  è doveroso mantenere una prudente distanza di sicurezza da dettagli tentatori.  Così, da lontano,  un profilo conosciuto  attrae la sua attenzione.  Il marito di una sua amica (cara amica), in compagnia di una conoscente,  è seduto al tavolino di una rinomata  caffetteria. Ecco, per come le tiene la mano, forse non è proprio solo una conoscente.  A disagio, molto più a disagio dell’inconsapevole coppia,  si  avvicina per poi allontanarsi rapidamente.  Avesse  qualcosa da nascondere, non si sarebbe di sicuro seduto ad un tavolino così esposto. Quindi deve trattarsi di un incontro innocente. Di sicuro, non sono affari suoi. Di certo, terrà l’informazione per sé.  Scontato, non ci dedicherà  altre riflessioni, né formulerà  ipotesi. Una mitragliata di pensieri  la attraversa.  Se ne va  – inutile negarlo – infastidita oltre misura.  Forse un rassicurante acquisto primaverile se lo può concedere;  dopotutto, perché no?

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