Lea ha sempre creduto agli incontri speciali eppure, ogni volta che le accade, si stupisce con piacere. E’ conscia di possedere empatia. Senza difficoltà interagisce con gli altri,  conosciuti o sconosciuti che siano. Anche per questo motivo non teme di muoversi da sola: uno spettacolo teatrale, una mostra, una conferenza, l’ attraggono anche quando non può condividerli con amici. Sa che, quasi sempre, farà una nuova conoscenza. Oggi pomeriggio ha partecipato alla presentazione di un libro presso la Biblioteca Comunale. Ne ha letto in rete e la incuriosiscono sia l’argomento del romanzo, sia l’autore. Le poltroncine sono in stoffa morbida, comode, accoglienti. Non in prima fila, né troppo lontano da chi parlerà. Predilige le posizioni laterali, vicino ai corridoi (anche in treno, anche in aereo). Si accomoda paziente: già sa che l’evento subirà i canonici dieci minuti di ritardo. Una quasi coetanea le siede accanto e le domanda se conosce l’autore. Lea sorride, risponde, e riformula la stessa domanda. Nasce così una conversazione improvvisata ma interessante. Un monologo, in realtà. Perché anche questa volta, come spesso accade, l’occasionale conoscente la inonda – e non è un disturbo – di particolari della sua vita. Le racconta di sé, insomma, senza reticenze o filtri. E’ piacevole ascoltarla: non interviene, se non per incoraggiare il racconto. L’ha subito riconosciuto: è un incontro speciale.

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