Una doccia calda e una veloce spazzolata ai capelli. E’ tardi, ma Lea è tornata a casa da poco. E’ stata una serata particolare, gradevole, inattesa.  A cena con un amico,  il padre di una compagna di liceo della sua ragazza, conosciuto durante gli interminabili colloqui coi professori:  attese lunghe, noiose, in piedi, a conversare di tutto un po’ con gli altri genitori. Si erano rivisti più volte, complici quelle cadenze fisse, ma mai frequentati in altre occasioni; dopo due anni, si sono incrociati in un ufficio pubblico e subito riconosciuti. Un saluto, qualche chiacchiera e l’invito a cena. Lea era titubante, davvero non sapeva se fosse o meno il caso di accettare. Dopo tutto però, che ci sarebbe stato dii sconveniente? E poi lui le aveva parlato di un’uscita easy, giusto per parlare delle ragazze e del presente di entrambi. Ha accettato e non si è pentita. Un leggero imbarazzo iniziale si è subito sciolto nel prosecco di rito. Locale luminoso – niente lume di candela e musiche romantiche, per fortuna – cibo discreto e parole, parole, parole. Anche qualche sana e rilassante risata. Una bella serata, una tantum,  e la compagnia di una persona educata e molto simpatica. Fine.  Detto questo, Lea è soddisfatta e compiaciuta: il suo tubino nero le sta ancora benissimo.

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