Per sei mesi Lea avrà compagnia. Sua figlia le ha proposto di ospitare una studentessa islandese Erasmus che arriverà in Italia col prossimo autunno. Sa che ha poco più di vent’anni e ha visto la foto: alta, capelli biondi alle spalle e inattesi occhi marroni. E ha un sorriso simpatico e diretto, che illumina la fotografia. La sua ragazza l’ha conosciuta la scorsa estate durante una vacanza a Minorca e sono rimaste in contatto. All’inizio Lea era dubbiosa: un’estranea in casa e per un periodo così lungo? E se poi non fosse simpatica? O avesse abitudini troppo differenti dalle sue? E poi si tratta di rinunciare per un semestre alla camera di sua figlia, che peraltro, ovviamente, non ha nulla in contrario. Divideranno gli spazi nei fine settimana in cui tornerà a casa da Firenze e dalla scuola; o, meglio ancora, si sistemerà nella stanza del fratello. Pure lui è d’accordo. Una coalizione insomma. Contro di lei o per lei, ancora non lo ha capito. Certo, Lea sa che i suoi figli non sono felicissimi all’idea di saperla sempre a casa sola. E ha anche poco tempo per decidere, perché la nordica studentessa ha necessità di una risposta veloce. Non frettolosa, ma veloce. Detto, fatto. Lea archivia i dubbi e accetta. Dovrà ripassare l’inglese parlato perché con i fogli stampati dei testi che traduce non si fa conversazione…