Era felice. La scuola, tra poco, chiuderà i battenti e la sua ragazza tornerà per le vacanze estive. La casa si riempirà della sua voce, della sua musica, degli amici. Ci saranno cene allegre e uscite per shopping compulsivi, chiacchierate notturne e qualche inevitabile battibecco. E un fantastico disordine. Peccato che – inattesa notizia – la fanciulla abbia cercato e ottenuto un lavoretto estivo presso una nota catena d’abbigliamento, sempre a Firenze. Da luglio a settembre venderà abiti e magliette, jeans e collane. E’ al settimo cielo e glielo comunica con tutto l’entusiasmo che ha. Lea è delusa e soddisfatta insieme. Certo, sapere che sua figlia sia così dannatamente matura e saggia la riempie d’orgoglio; difficile però dissimulare il dispiacere di non averla di nuovo accanto, tutta per sé. Riflette: guadagnerà e si sentirà indipendente; sarà il primo vero lavoro della sua vita e se ne ricorderà per sempre. E’ una buona notizia, è una buona cosa. Non può che complimentarsi con lei. Ricaccia la delusione in fondo allo zaino (ma quanto pesa – a volte – lo zaino?) e cerca il positivo, come sempre. Resta il mese di giugno: un intero mese tutto per loro. Taccuino alla mano, stila un elenco (una lista) di “cose da fare Insieme”. Che poi, magari, ci scappa pure una settimana al mare o un week end lungo in una capitale europea. Ora deve uscire, è tardi: Lea si specchia, si pettina e sorride al suo sorriso.