C’è un ragazzo – ha dieci anni meno di lei – che la corteggia. Il verbo corteggiare suona un po’ desueto anche solo a pensarlo, ma Lea non saprebbe come definire diversamente il comportamento del giovane uomo. Le scrive con i pretesti più strani: un parere sul libro in lettura, l’opinione su un nuovo locale, l’invito ad unirsi a lui per visitare una mostra. Lo vede spesso, perché collabora con la sua stessa casa editrice, ma nell’ultimo periodo, casualmente, gli appuntamenti di entrambi per le consegne cadono lo stesso giorno. Non è una presenza pressante o invasiva, sono amici già da tempo; è che il loro rapporto pare che da qualche tempo abbia cambiato rotta. Nessun approccio esplicito, mai una parola o un gesto fuori posto, ma Lea avverte un’atmosfera strana. In ogni caso le fa piacere parlargli, scrivergli, vederlo. E basta. Anzi, forse non basta proprio ma Lea, nemmeno col pensiero va oltre. E’ così giovane, carino anche: quel genere d’uomo sportivo di tratti e intellettuale di modi che non può che piacerle. Le ha pure confidato che scrive racconti. Lea è affascinata e lusingata. Magari poi la vede soltanto come una sorella maggiore o come una saggia amica con cui confrontarsi. Magari. Nel dubbio – si vedranno lunedì – ha prenotato il parrucchiere e provato uno smalto nuovo. Perché no?

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