La casa è tornata silenziosa. Lea non si spiega questa sua – ulteriore – contraddizione. E’ felice di avere compagnia, gente a casa, ospiti o familiari che siano; chiacchiere a cena, voci, presenze. Ma, tempo qualche giorno, le torna voglia di rientrare in pieno, assoluto, possesso dei suoi spazi. La radio che suona in sottofondo, i pasti frugali consumati alle ore più impensate, le notti a scrivere o leggere senza timore di impensierire chi le sta accanto. Libertà di abbigliamento, libertà di movimento, libertà d’azione. Certo, ormai è l’abitudine che ha il sopravvento: da tempo i figli sono lontani e tornano – e neppure sempre – solo per il breve spazio del fine settimana. Le mancano e riaverli con sé è sempre una festa, un’occasione speciale cui dedicare tempo e pensieri. Ma per la maggior parte del mese, Lea ha dovuto suo malgrado adattarsi a vivere sola. Col tempo si è trovata anche a suo agio in questa nuova dimensione. Durante il giorno ha molti impegni che la portano fuori casa e tanta gente da vedere e da ascoltare. Con piacere quindi, la sera, si riappropria di se stessa e della sua casa. Non disdegna inviti o appuntamenti ma nemmeno si rammarica troppo quando è un buon libro o un programma interessante in tv a regalarle un’affettuosa, discreta, compagnia.

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