Ebbene sì, è accaduto: Lea ora ha un kindle. Dopo infinite esitazioni, dubbi, ricerche, l’ha infine acquistato. Un prodotto di qualità – il top di gamma – retroilluminato, con una sobria, elegante, custodia nera. Si è detta che ormai tutti lo possiedono e ha relegato in fondo al cuore quel minimo senso di colpa che s’insinua quando si cede a una tentazione. Ha giurato amore eterno ai libri di carta, che mai e poi mai smetterà di comprare, ma si è concessa un prodotto modaiolo e anche un’indiscutibile comodità. Perché se è vero che la poesia e la magia di un libro vero sono ineguagliabili e che nulla può sostituire il piacere di entrare in una libreria e aggirarsi tra copertine multicolori, sfogliare un nuovo arrivo, annusare quell’inconfondibile profumo, è anche altrettanto certo che il kindle è di una praticità esagerata. Intanto permette di assecondare l’impulso di tuffarsi subito nella lettura di un romanzo del quale ci hanno appena parlato con entusiasmo, poi consente un risparmio non indifferente e ancora evita di spostarsi con pile di libri quando si viaggia o in vacanza. Insomma, Lea è quasi completamente convinta. In ogni caso, ormai, l’ha comprato. L’ha già usato in piscina, in spiaggia, in treno. A casa ancora no, non esageriamo. Ché tutti i libri allineati sugli scaffali, impilati su mensole e mobili, ammucchiati a terra, le si sarebbero rivoltati contro di sicuro.