Halloween è una festa che Lea non comprende: non la coinvolge, non la attira, non le appartiene, proprio come il Carnevale. Anche se i festeggiamenti vivono lo spazio di una sola notte e per questo motivo dovrebbe essere più tollerante e comprensiva, non le riesce. Che poi non ama streghe e fantasmi, travestimenti macabri, zucche incise e illuminate, maschere e scherzetti in generale.  E lo spaventoso e il grottesco la terrorizzano. Sarà antica; è antica. Che cosa ci può fare? Quando vede i locali addobbati di ragnatele, pipistrelli e cappelli a punta, fugge. Sono paure ancestrali da approfondire ed estirpare? Anche no, grazie. E – lo sa che è strano – neppure i cibi alla zucca la attirano. Povera Lea. Di certo non è una questione di principio: non è allergica alle ricorrenze sfruttate dalle iniziative di mercato che considera comunque un modo come un altro per festeggiare, donare, ricordare. Halloween però proprio non fa per lei. Ha deciso: nonostante un invito allettante a una festa a tema, declinerà risoluta. Nessun travestimento, nessun dolcetto, nemmeno uno scherzetto. Un film in tv, un libro, una tisana o un goccio di passito ma … si resta a casa!

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