Sono giornate di vento forte. Lea ha ridotto le uscite all’indispensabile: nemmeno la spesa si è concessa. Proprio lo odia questo vento esagerato, che la fa sbandare per strada, le irrita gli occhi, la innervosisce, la costringe a camminare abbracciata a se stessa, che poi tutte le ossa insorgono, indolenzite. E’ stata l’occasione giusta per dare un’occhiata alle provviste in dispensa: in un armadio della cucina – pomposamente definito dispensa – ripone le scorte alimentari. Non troppe, visto che vive sola, ma abbastanza da fronteggiare ospiti inattesi o la fine improvvisa e imprevista di olio, zucchero, caffè, biscotti; c’è una collezione di tè, tisane e infusi, scatole e scatolette, pasta di ogni tipo. Quando viaggia poi, acquista con piacere prodotti tipici del luogo che sistema in dispensa e si scorda di avere. Così, impietose, maturano le scadenze e i prodotti vanno scartati. Si è ripromessa più volte di non cedere alla tentazione del doppio acquisto ma è capitato e capita. Questa volta però è stato un sopralluogo fortunato e non ha dovuto buttare nulla: ha ripulito e riordinato soltanto. Peccato aver scoperto una scatola di biscotti sfiziosi per caso dimenticata. Buoni, troppo, troppo buoni.

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