La soffitta è un luogo magico e pieno di sorprese. Da parecchio tempo Lea non ne varcava la soglia; si era ripromessa più volte di dedicarle un intero pomeriggio, ma aveva sempre rimandato. Oggi, complice una giornata dal clima incerto – non più estivo, non ancora autunnale – si è decisa. Armata della tuta da lavori pesanti e di un paio di guanti spessi, si è avventurata all’ultimo piano del palazzo. La soffitta è dotata di una finestrella che illumina il locale; sugli scaffali, grosse scatole di cartone e oggetti sono ben allineati. Forse non sarà necessario un gran lavoro di riordino; dovrà più che altro decidersi a eliminare quello che aveva riposto in attesa di decisioni future: scartare o conservare? Un armadio a due ante contiene abbigliamento sportivo dei ragazzi, fuori moda e fuori taglia. Eliminare. Lea riempie grossi sacchi e svuota con decisione. Poi, una scatola di cartone colorato attira la sua attenzione. Contiene dischi, vinili, che risalgono agli anni della sua adolescenza: quarantacinque e trentatré giri. Perché conservarli? Non ha più neppure un giradischi. Potrebbe metterli in vendita in rete. Si siede e li esamina con attenzione. Di qualcuno non ha proprio memoria, altri invece sono legati a immagini e ricordi ancora nitidi e intensi. Li spolvera con cura e li ripone. Non è il momento, non è necessario. I ricordi non si vendono.
E’ proprio così: i ricordi non si vendono. Anch’io sono reduce da una visita su in mansarda, “alla ricerca di una rivista perduta”. Infatti della rivista neanche l’ombra, ma quante cose mi son venute tra le mani! Ci vorrebbe davvero una giornata intera.
Un caro saluto.