Lea ha le braccia cariche di tende e di pensieri.
Ha deciso di approfittare della giornata di sole e della temperatura esagerata e si è dedicata al lavaggio dei vetri. È un’incombenza che non ama, ma che le consente gesti meccanici e mente sgombra.
I pensieri sono liberi e si spostano veloci; li lascia correre senza opporre resistenza.
La pandemia non accenna a scemare e il vaccino, per lei, resta un miraggio. Male.
Grazie al cielo la sua attività ha risentito solo in minima parte delle chiusure e delle restrizioni: il lavoro di traduttrice le consente di restare a casa e gestirsi in modo autonomo. Ha però perso l’impiego part time in libreria, un’occupazione che le faceva comodo e la riconciliava col mondo. Perché lavorare da casa ha i suoi vantaggi, ma il rischio di abbandonarsi a un protettivo isolamento è forte.
Per fortuna gli introiti, parecchio ridotti, le consentono ancora di affrontare il quotidiano con tranquillità.
I suoi figli sono sani. Bene. La ragazza è sempre a Firenze, lui ancora a Roma. Si sono visti qualche volta negli ultimi mesi e la scorsa estate hanno organizzato anche un paio di fine settimane al mare, insieme. Poco, troppo poco. Il tempo passa in fretta e diventano sempre più autonomi. È il naturale evolversi della vita e Lea se ne fa una ragione, anche se in cuor suo li vorrebbe sempre un po’ bambini. Bene e male insieme.
Il padre dei suoi figli si è trasferito da Boston a Filadelfia e ha una nuova compagna: si sentono meno ora che i ragazzi sono cresciuti, ma i rapporti tra loro sono sempre cordiali. Nessun viaggio in previsione per conoscerla e rivederlo.
Tutto quel che Lea amava fare si è bloccato o ha cambiato fisionomia. I corsi on line rappresentano un accettabile surrogato a quelli in aula che tanto amava e la tecnologia le permette di non perdere il contatto con gli amici lontani. Legge molto e di tutto e le serate davanti alla tv sono serene. Però non basta. Lo sa.
Eccola, la malinconia che arriva e tenta di accomodarsi. Lea non vuole accoglierla. Non oggi, non con questo sole. Le tende e i vetri possono aspettare. Occhiali da sole e mascherina, esce a camminare nella campagna dietro casa. Dagli auricolari canzoni a caso le fanno compagnia.
Canta sottovoce, ma canta.