Ho la fortuna di avere tanti amici: molte persone attorno, affettuose, presenti, solidali, disponibili. Le cerco e mi cercano, con una netta prevalenza della prima ipotesi rispetto alla seconda, ma non mi pesa. Forse – mi dico – io ho meno impegni, maggior tempo libero. Forse, invece, è la mia natura che mi porta a cercare spesso compagnia.
Stare sola non mi spiace, entro certi limiti, ma preferisco di sicuro condividere momenti, tempo, esperienze.
Eppure invidio, di un’invidia buona, le Grandi Amicizie. Quelle che si trovano nei romanzi, che si vedono al cinema, più forti di una fratellanza, inossidabili. Ne conosco anche di amiche simbiotiche, che non riescono a stare lontane, che si cercano e si vedono con assiduità, si aiutano e confidano reciprocamente, si confondono. Amicizie assolute, perenni, indissolubili. Presenze fondamentali nelle reciproche vite.
Ce l’avrei, una potenziale Grande Amica.
Ci siamo conosciute secoli fa alle scuole medie e poi ritrovate alle superiori. Siamo state l’una accanto all’altra per un decennio e poi ci siamo perse di vista. Le nostre vite, tranquille, hanno tracciato percorsi paralleli.
Qualche anno fa – per caso, non ricordo – ci siamo ritrovate.
Non abitiamo vicino e forse anche per questo non ci frequentiamo spesso. Anche se mi piacerebbe, anche se vorrei.
So, sono sicura, che lei potrebbe essere l’Amica: quella cui raccontare qualsiasi problema, senza reticenze, senza vergogne, quella che c’è, sempre. Che pensa ai miei problemi e se ne preoccupa, s’informa. Mi chiama, mi scrive. Mi ascolta senza giudicare, comprende, consiglia. Mi lega a lei un filo d’acciaio, sottile ma indistruttibile.
Nelle mie fantasie, vorrei chiamarla più spesso e parlare, parlare. Non oso invadere le sue giornate con le mie ansie, eppure, vorrei. Vorrei anche frequenti chiacchiere allegre, vorrei passeggiate in centro e tazze di tè, vorrei giornate di vacanza. Senza soffocarci, senza opprimere. Si può fare, possiamo farlo.
Però so che lei c’è e che è mia amica e anche solo per questo dico grazie.