Lea ha ritrovato la piscina e il nuoto. Lo praticava da ragazza, senza troppo entusiasmo ma conscia che fosse un’ottima medicina naturale per il fisico. Nuotava così, come si affronta una cura antibiotica: per stare meglio, non certo per scelta, non proprio per dovere. Per guarire. E per stare meglio l’ha riscoperto qualche settimana fa. Si era iscritta dapprima in una palestra ma gli attrezzi l’annoiavano e i corsi non la convincevano del tutto, ora troppo dinamici e aerobici, ora troppo specialistici e con orari vincolanti. Tuttavia, sia il fisico sia la mente le inviavano sommesse richieste d’aiuto. Così Lea ha ripensato e ritrovato la piscina dell’adolescenza: un’altra struttura, ovviamente, visto che gli anni giovanili li ha vissuti in una città che non è quella attuale. Senza orari (e senza bandiere), a tu per tu con se stessa, in una dimensione senza confini, l’acqua. E proprio l’acqua è diventata una panacea per le ansie e gli arrovellamenti di pensiero, per recuperare vigore, per ritemprarsi. Ad ogni bracciata – nuota in prevalenza a rana – si perde e si ritrova, allontana il negativo e riaffiora, respira, gonfia i polmoni, libera la mente. E’ una riscoperta felice, benefica, rilassante e … rassodante insieme 🙂

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