Tra meno di un mese i ragazzi partiranno per raggiungere il padre negli States.  Un paio di volte l’anno – la prima in genere in coincidenza col periodo pasquale, la seconda ad inizio autunno – organizzano “il viaggio”.  L’ex marito di Lea vive a Boston da una decina di anni, per la precisione da quando un’irrinunciabile offerta di lavoro ha pian piano separato, amichevolmente separato,  le loro vite.  Un amore,  il loro,  nato tra una lezione universitaria e l’altra e che li ha portati, giovanissimi,  al matrimonio.  Non avevano  molto in comune, lui così sportivo e intraprendente,  lei più riflessiva e pacata: ma si sa, spesso gli opposti si attraggono.  Dire che oggi sono ottimi amici forse è troppo. Di sicuro, tra loro,  nessuna inciviltà. Non si sentono spesso  e quando accade è sempre per argomenti che riguardano il presente e il futuro dei ragazzi:  nonostante la distanza è un padre presente e li raggiunge quando e appena  può.  Certo,  a suo tempo Lea avrebbe potuto seguirlo oltreoceano ma la decisione, posticipata più volte, non è mai stata presa. Si è trasferita nella città di provincia dove vive tuttora, più economica e vivibile,  e i ragazzi le sono rimasti accanto. Ora, cresciuti, vivono purtroppo lontani,  ma tornano, tornano spesso. Tutto facile, tutto semplice, tutto tranquillo. O almeno così le piace pensare.

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