Il momento della spesa è, per Lea, piacevolissimo. Ogni giorno acquista in un piccolo negozio sotto casa il minimo indispensabile alla sua sopravvivenza e le urgenze. La domenica mattina invece la dedica alla “spesa grande”. Da poco hanno aperto nella sua città un noto supermercato che commercializza prodotti di qualità; forse i prezzi non sono così convenienti come altrove, ma la bontà della merce li compensa. Armata di carrello, di lista compilata a mano – che il suo essere tecnologica soccombe, in argomento liste –  e di una sporta enorme di tela gialla (più uno zaino di pazienza caricato sulle spalle) dà inizio al lento slalom fra gli scaffali. Doveroso il rispetto della lista senza sgarri, pena conto deflagrante e viso tra l’attonito e lo sgomento alle casse. Lea si rende conto che occuparsi della spesa di domenica rallenta il processo di restituzione del giorno festivo all’esercito delle commesse, ma accantona il senso di colpa e si appropria di un momento che vive come una sorta di terapia rilassante. Aggirarsi tra la merce esposta, controllare ingredienti e scadenze, spuntare mentalmente l’elenco dei prodotti in lista, le regala un inspiegabile senso di pace. Da sempre l’argomento spesa è fonte di discussione allegra con le Amiche che, al contrario, lo detestano. Ma a Lea non importa e alla sua omeopatica cura domenicale, non rinuncia.

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