Ferite si aprono in fiori di carta
e un valzer lento accarezza le onde.
Il ghiaccio sbava, infrange la carena,
dilaga, muove, alza una mano al cielo,
si aggrappa all’orizzonte, invoca aiuto.
Poi, mite si concede, lascia che sia.
Scivola verso l’oceano
il nostro inconsapevole destino.
Vince ancora l’azzurro.
È musica, è un refrain,
è una fetta infinita di tarte tatin.